Mystica Pietas

la preghiera mistica si ha per contatto immediato e passivo.


 Il significato pieno dell'esistenza si può avere solo quando la creatura si riconosce in un rapporto armonico e autentico con il suo Creatore. Fin quando non riesce a trovare questa armonia con il suo Creatore, cerca altra acqua, si ferma ad altri pozzi, non vive in sé questo rapporto con l'acqua viva e non diventa, a sua volta, sorgente d'acqua viva.

Il sacerdote Giacomo Alberione, parlando della Sacra Scrittura, diceva che erano molte le esperienze mistiche ivi raccolte e raccontate. Aveva ragione. L'esperienza mistica è infatti un contatto diretto e immediato con Dio, un contatto passivo, perché l'uomo non può procurarselo in nessun modo di sua iniziativa. E', in assoluto, un atto sovrano della volontà di Dio. Tra gli autori biblici abbiamo due grandi, favoriti da Dio con questi atti divini e che hanno tradotto nei loro scritti, conservati e accolti nel Nuovo Testamento le esperienze mistiche di cui Dio li ha gratificati e con cui li ha resi forti e coraggiosi per affrontare le prove che li aspettavano nell'annuncio del vangelo. Così forti da affrontare entrambi il martirio. Sto parlando di San Paolo e di San Giovanni. Al vertice dei loro scritti c'è per tutti e due l'amore. Il secondo insiste sull'amore di Dio per noi affermando che non siamo stati noi ad amare Dio, ma che Lui ci ha amati per primo e ci ha resi figli. San Paolo convinto più di Giovanni dell'amore che Dio ci ha dimostrato in Cristo, fa di questo amore il trampolino di lancio verso l'amore del prossimo, al punto che senza la carità, cioè l'amore che lo Spirito Santo ha infuso nei nostri cuori, nulla ha valore. Ascoltiamo quanto ci dice nella sua prima lettera alla Chiesa di Corinto, fatta di cristiani perseveranti insieme tutte le domeniche nella frazione del pane, cioè la Santa Messa: "Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera,tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!"


 

CHI BESTEMMIA NON RAGIONA.

CHI RAGIONA NON BESTEMMIA.

Dio della luce, alla tua luce vediamo la luce!
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